In campo ortopedico, fisiatrico e riabilitativo si fa spesso una inopportuna confusione fra i termini di asimmetria, eterometria e dismetria, sistematicamente utilizzati come sinonimi. E’ impreciso.
Per comunicare correttamente tra sanitari e pazienti e concorrere alla migliore terapia è opportuno, se non assolutamente necessario, utilizzare uno stesso linguaggio, e definire con il giusto nome i diversi fenomeni osservati. La verità, purtroppo, è che molti operatori del settore non conoscono a fondo l’argomento, sono ignari o misconoscono le molteplici cause che portano un individuo a manifestare “eterometrie” o “dismetrie”. Il più delle volte viene proposta la stessa terapia per due fenomeni diversi.
Asimmetria è un termine generico che indica semplicemente una mancanza di simmetria, si può utilizzare in numerosi campi.
Il termine eterometria si utilizza correttamente per indicare una differenza di lunghezza reale (anatomica) di segmenti ossei; viene normalmente riferita alle ossa degli arti inferiori.
In ambito neuro-fisiologico la dismetria rappresenta un disturbo delle attività motorie, con difficoltà a compiere piccoli movimenti precisi e calcolare la reale distanza fra gli oggetti. Implica l’attivazione disfunzionale di gruppi muscolari simmetrici. Risulta di norma più evidente a livello degli arti inferiori, presentandosi come una falsa eterometria (falsa gamba corta), spesso concomitante a una rotazione del bacino e a un atteggiamento scoliotico dorsolombare.
Appare chiaro quanto sia importante una adeguata visita medica per stabilire se il nostro paziente ha un osso più corto (eterometria) o un’alterazione della coordinazione neuro-muscolare (dismetria) prima di decidere la terapia più idonea.
Per approfondire l’argomento leggi la pagina Asimmetria, eterometria, dismetria.