L’adattamento è un fenomeno complesso, e la risposta del SNC ad un qualunque stimolo ambientale è sempre caratterizzata da tre componenti integrate: la reazione neurovegetativa che si realizza in tempi talmente brevi da anticipare la percezione cognitiva (c’è stata e non ce ne rendiamo conto), la reazione emotiva perchè ad ogni risposta ad un qualunque stimolo corrisponde uno stato d’animo, e la postura che ne è la sua espressione fisica. Sulla base di quanto appena affermato è facile comprendere perché risulti altrettanto complesso il trattamento di un disturbo prodotto da un adattamento disfunzionale.
Nella pratica clinica gli effetti della condizione di stress ambientale e degli adattamenti disfunzionali prodotti si traducono nella comparsa di un fenomeno definito asimmetria fluttuante: attivazione asimmetrica di gruppi muscolari simmetrici. Tale asimmetria, modificando in maniera patologica la nostra postura, non è la causa di disturbi o malattie, come si afferma erroneamente in alcune branche della medicina (basti pensare a quante e quanto contraddittorie tra loro siano le scuole di pensiero nell’ambito della posturologia), ma piuttosto l’effetto di una specifica ma disfunzionale risposta del SNC.
Quest’ultima considerazione è fondamentale per la scelta della strategia terapeutica perchè modificando la postura senza intervenire anche sul processo neurologico che la produce, come genericamente si fa in ambito medico e non, non si riduce ma si aumenta il disturbo, perchè si crea una condizione di caos (derivante dall’errato feed-back periferia-centro) tra quanto elaborato dal SNC (adattamento) e gli effetti periferici (postura). Ricordiamo che la postura è soltanto uno dei tre elementi caratterizzanti la risposta ad un qualsivoglia stimolo.
Analizzando i principi di biomeccanica e riabilitazione e studiandone i vari aspetti meccanici, neurofisiologici, emozionali e posturali, per utilizzare a fini terapeutici tutte le tecniche fisio e cinesiterapiche disponibili, si ottengono risultati incostanti e limitati nel tempo, perfettamente allineati a quelli riportati da tutta la letteratura mondiale.
Le difficoltà sono legate alla estrema variabilità dei risultati in pazienti diversi, ma anche nello stesso paziente in tempi diversi e alla progressiva riduzione della durata nel tempo dei risultati nei pazienti cronici.
Per curare al meglio gli effetti di un adattamento disfunzionale bisogna occuparsi contemporaneamente degli aspetti neurovegetativi, emozionali e posturali.