Anche recenti studi dell’Università di Standford (U.S.A.) hanno dimostrato con esperimenti animali sul modello animale che i topi più nervosi risultavano anche avere una maggiore inclinazione a sviluppare stress cronico e difese immunitarie più deboli. Si tratta due fattori che -come già dimostrato da altri studi- sono collegati a un rischio più elevato di sviluppare tumori e altre malattie legate allo stress. Si tratta però del primo studio che correla questo tratto della personalità, che indica una sensibilità maggiore agli stressori reali o percepiti, a uno specifico fattore di rischio per lo sviluppo di tumori.
La ricerca proseguirà ora per comprendere meglio i meccanismi che indeboliscono l’organismo e lo rendono bersaglio più sensibile per molte malattie, fra le quali il cancro e per verificare se sia possibile introdurre terapie per rafforzare il sistema nervoso e di conseguenza non solo diminuire i rischi di cancro ma migliorare anche la risposta alle terapie, anch’esse messe a dura prova dal forte stress psicologico.
Secondo gli autori dello studio è necessario soprattutto capire se l’uso di metodiche per diminuire l’ansia possa migliorare l’efficacia dei trattamenti anticancro. “Alla luce di quello che abbiamo scoperto -hanno affermato- bisogna trovare il modo migliore per calmare i nostri pazienti il più possibile. Nelle terapie infatti abbiamo bisogno di tutto l’aiuto possibile del sistema immunitario, in modo che massimizzi il risultato”.